leggo il tuo articolo sul fattoquotidiano.it dedicatoagli italiani all’estero e, nel farlo, mi viene spontaneo domandarmi: ma è
la stessa persona che ha scritto il post sui giornalistiitaliani che mollano i giornali?
Me lo chiedo perché quell’articolo mi aveva colpito.
Mi ci ero
riconosciuto, avendo condiviso molti dei sentimenti delle persone di cui
racconti le scelte, le aspirazioni, le decisioni. Denotava una certa
sensibilità, oltre ad un’abilità nel fotografare l’immagine di un Paese che non
sa valorizzare i suoi giovani migliori.
Prima di leggere il tuo pezzo sugli italiani all’estero,
avevo seguito i commenti (la maggior parte poco lusinghieri, a onor del vero)
che arrivavano al tuo post attraverso i social media. E, con mia stessa
sorpresa, mi sono trovato a condividerli (se non tutti, alcuni).
Sembra davvero, come molti lettori accusano, la “quintessenza
del pregiudizio che corre sulla Rete”, uno dei più difficili sia da smorzare
che da confutare. Il fatto poi, che tu stesso ammetti di “aver chiesto in giro”,
non ha di certo aiutato a far percepire il tuo articolo come frutto di un’indagine
approfondita ma – al contrario – fa pensare ad un commento superficiale e
(spero) volutamente provocatorio.
Perché una provocazione può anche far bene, mentre è brutto
etichettare come un disadattato che esce solo con altri italiani e non paga il
biglietto del tram chi all’estero è stato “costretto” ad andare – da un Paese
che delle sua abilità non sa che farsene, da una classe dirigente non
intenzionata a far spazio ai giovani, da un sistema che non solo tollera ma
incentiva la precarietà – Conosco tante
persone che da anni vivono e lavorano all’estero e posso assicurarti che non
sono così. Stanno dalla parte dei “buoni” insomma, proprio come i tuoi amici ai
quali ti riferisci alla fine dell’articolo.
E pazienza se quando sono Italia si lamentano. Avrà pure il
diritto, quando tornano a casa, di dire che fuori si vive meglio. Lo fanno con
lo stesso spirito di chi desidera tanto una cosa ma non riesce ad ottenerla, e
perciò dice che non gli piace.
E, infine, scusali se durante le feste si abbuffano di
lasagne e tortellini: prendono il meglio che questo Paese ha ancora da offrire.